La tenda e Isabella Morra

Il cartello stradale all'arrivo a Valsinni

La serata precedente è stata la conclusione perfetta di una giornata varia e formativa dal punto di vista umano. Ho avuto modo di confrontarmi con ragazzi della mia età. Condividere progetti, pensieri e desideri. Ma anche parlare della mia esperienza, vista la tanta curiosità delle persone quando vengo presentato come il ragazzo "che sta attraversando a piedi la Basilicata". In più l'interesse con cui vengo ascoltato, per il fatto che lo sto facendo da solo, è motivo di orgoglio personale.

Serate come questa danno l'opportunità di conoscere tante persone e ricevere consigli. Da parte mia magari invogliare qualcuno a fare il coast to coast o semplicemente a mettersi un po' on the road. Conoscere una regione o qualsiasi parte del mondo in maniera lenta e cioè spostandosi camminando. In tanti mi dicono di conoscere questo o quel paese lucano, ma non magari il bello che sta nel mezzo. Ed è ciò che cerco io in questo tipo di esperienze. E che non avrei assaporato con spostamenti comodi e veloci in auto.

Non è una legge matematica. Ma tante persone conosciute la sera prima hanno fatto sì che il tasso alcolico andasse di pari passo. Il qualche amaro raccontato nel capitolo precedente si può considerare un eufemismo. Il risultato? La sveglia di stamani è un pelo ritardata. Prendere l'esperienza come viene dicevo. Anche nelle piccole cose come il risveglio, senza assilli o ansie.

La mia fortuna è che nel frattempo i ragazzi del B&B si sono adoperati per la colazione. E difatti, una volta scese le scale, trovo sulla tavola una moka di caffé, brioches e frutta fresca. Si parte bene, anche perché non mancano facce sorridenti e risate ricordando quanto successo poche ore prima.

So già che questo stato d'animo fra non molto si tradurrà in qualcos'altro. Verrà il momento di salutarsi e lasciare due persone così mi donerà tanta gioia per quanto ricevuto, ma al contempo malinconia.

Passiamo ancora del tempo in terrazza con un bel sole a farci compagnia. Egidio nel frattempo mi indica quale sarà il percorso odierno. Una bella discesa da San Giorgio per poi prendere la via verso Valsinni.

Siamo purtroppo prossimi ai saluti e io da un lato preferirei che fosse qualcosa di rapido e indolore. Soffro il distaccarmi quando ho avuto un bel rapporto umano. Ed è proprio questo il caso. Stavolta non posso solo salutare e partire, perché starei doppiamente male. In più è quasi ora di pranzo. 

Egidio e Giusy si offrono di accompagnarmi per mangiare qualcosa insieme e poco distante si trova una fornaio dove si recano solitamente a prendere il pane. Ho trovato sulla strada tante botteghe di questo tipo e sono state spesso il luogo dove ho pranzato.

Sediamo in una piccola corte esterna dove mangiamo dell'ottima pizza al trancio. Senza chiedere mi arriva anche un panino vegetariano, cosa molto apprezzata, vista la mia scelta alimentare. Qualche birretta fresca. Si parla, si scherza e arriva l'una. Tempo di rimettere lo zaino sulle spalle e incamminarmi verso la prossima destinazione. Giusto per non arrivare col buio e concedermi anche qualche pausa durante il percorso.

Ci avviamo assieme sotto al cartello del paese ed è lì che ci salutiamo. Qualche foto assieme e grossi abbracci. E le nostre strade iniziano ad allontanarsi, per ora. Ritornerò un giorno perché sono stato troppo bene. I nostri sguardi non si lasciano per un bel po'. Un'ultimo saluto da lontano col bastone ed ecco la prima curva. Si parte.

Il percorso di oggi si rivela come mi aveva detto Egidio. Lieve, fuori dal traffico, tranquillo e con tanti punti d'ombra. Che con il sole agostano sono davvero graditi. Inutile negare che con l'animo felice si cammini quasi sospesi senza faticare. Inizio ad avere un po' di strada sotto i piedi e tanti aneddoti che girano nella mia mente mentre cammino. Vado via liscio senza accorgermi di mettere sotto i piedi chilometri.

Ed è così che arrivo al bivio dove prendo la direzione per l'arrivo odierno. Con una particolarità. Da qui in poi, per parte del percorso starò camminando anche in Calabria. Per poi ritornare in Basilicata.

Ritrovo per strada anche un signore visto il giorno prima e percepisco la sua felicità per questo incontro. Mi chiede come sta andando l'esperienza. Parliamo solo qualche minuto ma ricordo ancora il suo sorriso sincero.

Proseguo.

Percorro una strada crollata. Di nuovo.

E una parte del percorso ricorda vagamente le mesetas del Cammino di Santiago. Strade dritte che sembrano infinite. Qui in maniera ridotta, ma che mi rimandano con la mente a quei paesaggi.

Ci sono quasi. È già da un po' che vedo non lontani due paesi ma non ho idea quale di questi sia la mia destinazione odierna.

Uno in alto, che spero tra me e me di non dover raggiungere perché richiederebbe uno sforzo non indifferente. È più di una settimana che cammino e le gambe chiedono tregua se possibile. Scopro che si tratta di "Quel Paese". Così definito dagli abitanti dei paesi vicini, che non lo nominano per questioni scaramantiche. Alla realtà dei fatti ha un nome che è Colobraro.

E uno più in basso, che invece è Valsinni. Il mio punto di arrivo prefissato. Vedo le mura di cinta sempre più vicine e dopo qualche minuto arrivo in paese. Trovo una panchina, poggio lo zaino e rifiato un pò. Mangio pizza e panino presi a San Giorgio. Per quanto ho guardato il giorno prima le opzioni per stasera sono due. Un B&B situato tre chilometri fuori. O cercare qualcosa all'interno delle mura. Con una grossa variabile però. Durante questo mese, nel piccolo teatro presente, una compagnia teatrale va in scena giornalmente con una rappresentazione dedicata a Isabella Morra. Tra l'altro un evento caldamente consigliato da Giusy il giorno prima.

Il fatto è che essendo giustamente apprezzata a livello locale e non, quest'opera teatrale richiama molte persone. Nel mio caso significa difficoltà a trovare da dormire. Non mi scoraggio e penso a una possibile soluzione. Mi sovviene che solitamente nei paesi sono presenti delle Pro Loco, dove si possono reperire informazioni e mappe. Chiedo in giro e riesco a trovarla. Ed è qui che faccio la conoscenza di Maria. Una ragazza impegnata nel servizio civile, che presta qualche ora per fare promozione turistica in questo ufficio. Le faccio capire quale sia la mia situazione. E avrò anche questa volta la conferma di quanto il popolo lucano mi abbia aiutato e sostenuto, facendomi sentire a casa allo stesso tempo. Partono una serie di chiamate da parte sua. Si prende davvero a cuore il mio "caso". Ma purtroppo i tentativi risultano vani perché tutte le possibilità vagliate sono al completo.

Cerco di giocarmi un jolly. dato che sono proprio a fianco di una chiesa. Riesco con qualche domanda ai paesani a recuperare il numero del parroco, sperando di trovare ospitalità in qualsiasi maniera. Anche su una panca all'interno. Niente da fare.

L'ufficio di Promozione Turistica sta per chiudere.

Erano giorni che pensavo al fatto di poter usare anche la tenda. Altrimenti sarebbe stato solo peso portato in giro inutilmente. Chiedo a Maria se ci sia la possibilità di piantarla da qualche parte, in modo che non crei disagio. Pare che non ci siano problemi. Lei deve andare in paese e scoprirò poco dopo il perché. Si offre di accompagnarmi e in un paio di minuti arriviamo al castello. Ci salutiamo, ma solo per il momento. Lei infatti deve indossare gli abiti di scena, in quanto da lì a poco prenderà parte allo spettacolo teatrale.

Una volta arrivato sono tutti super cordiali e curiosi di conoscere qualcosa del mio coast to coast. Percepisco come un grosso abbraccio collettivo. In poco tempo conosco ragazzi e ragazze della compagnia teatrale. Tra cui un'altra persona splendida, Stefania. Che per il resto della serata mi prenderà sotto la sua ala protettiva e mi racconterà un po' della storia di questo piccolo paese, che in passato si chiamava Favale.

Si sta facendo buio. Individuo il posto dove piantare la tenda e stavolta me la cavo relativamente presto. A breve inizierà lo spettacolo e non voglio assolutamente perderlo. Piccolo pit stop in bagno e dopo una breve camminata raggiungo questo piccolo teatro, situato in un boschetto davvero suggestivo. 

Va in scena "Isabella Morra".

Una storia affascinante, cupa e sentimentale allo stesso tempo. Narra di una ragazza divenuta poetessa sullo sfondo storico della guerra franco spagnola, avvenuta intorno alla metà del Cinquecento. La sua breve vita di soli ventisei anni è trascorsa nel castello di famiglia. Il padre esule in quanto accusato di aver parteggiato per i francesi, l'abbandonò all'età di otto anni. Sotto tutela di fratelli rozzi che la detestavano e con la madre sempre rinchiusa nella sua stanza che la lasciava sempre sola. Tutto ciò non fece altro che acuire in maniera pesante la tristezza e il senso di isolamento. E Isabella trovò giovamento e conforto nella lettura dei classici, la composizione di poesie e cercando di fantasticare cosa ci fosse al di fuori delle mura dove era soggiogata. Per rendere meno alienante questa situazione un canonico di nome Torquato facilitò la conoscenza tra lei e il cavaliere/poeta spagnolo Diego Sandoval De Castro. Da qui nacque una fitta corrispondenza letteraria e non si è mai saputo se tra i due fosse intercorso un rapporto passionale o solamente platonico. Fatto sta che i signori di Valsinni mal sopportarono questo legame sentimentale, perlopiù con un cavaliere della fazione opposta. Le voci si fecero sempre più insistenti e arrivarono ai fratelli di Isabella che attuarono un sanguinoso piano di vendetta, sentendosi traditi nell'onore. Il primo a essere assassinato fu il maestro di letteratura, colpevole di essere il tramite tra i due con la consegna delle lettere. Subito dopo fu il turno di Isabella, a cui seguì quello di Diego dopo una notte di attesa, volta a tendergli un'imboscata perfetta.

Come per le grotte di San Giorgio Lucano anche questa storia meritava più di una riga. E per cui dobbiamo ringraziare Benedetto Croce, lo storico e filosofo che la riportò alla luce insieme agli scritti di questa sfortunata poetessa.

La rappresentazione è davvero molto gradevole anche perché ad accompagnare musicalmente ci sono dei menestrelli. Che una volta finito lo spettacolo animano le strade del centro storico, cantando canzoni popolari lucane.

Sembra di essere immersi veramente in un'altra epoca. Sarà per i vestiti che richiamano il passato. Le locande. E anche per il castello che svetta sopra ai miei occhi. Posso anche assistere a una serenata, cantata dagli stessi menestrelli per una coppia che si sarebbe sposata l'indomani. Tradizioni che si tramandano e vengono portate avanti. Anche questo mi ha insegnato la Basilicata.

Ultimo giro di canti ma non finisce la serata. 

Con Stefania e gli altri attori della compagnia rimaniamo a bere birra accompagnata come a San Giorgio da ottimi taralli. Facciamo tardino, tipo le due.

"È ora di andare a casa" dicono alla mano un po' tutti, guardando scherzosamente anche me. 

Io stasera non ho una casa. 

Ho una super casa. 

Perché potrò ammirare le stelle, in mezzo alla natura e dentro alle mura di cinta di un castello. Niente male no?

Giusy ed Egidio del B&B di San Giorgio Lucano
La natura lucana nel percorso per Valsinnmi
Il cartello che segna il bivio tra Valsinni e San Giorgio Lucano
Un pascolo di pecore al riposo sotto l'ombra di un albero
Scorcio del percorso del mio coast to coast in Basilicata
Fichi a bordo strada in Basilicata
La compagnia teatrale di Valsinni che mette in scena Isabella Morra
Menestrelli per le vie di Valsinni
Gruppo teatrale di Valsinni per le vie del paese