Il cinghiale e la piazza

Il paese di Episcopia prima dell'arrivo

Parlare con gli amici è sempre un piacere. E trasmettere le emozioni dell’esperienza che si sta vivendo è un po' come tenerla viva, anche quando i giorni passano e inevitabilmente ci si avvicina sempre più all’arrivo. Diciamo che avrò modo di raccontarla svariate volte alle persone che incontrerò sul cammino. Ma poterlo fare con gli amici stretti ha un’altro sapore. In più il posto dove ho soggiornato, con la sua vista serale/notturna, ha conciliato il mio dormire. 

Mi sveglio molto riposato e trovo ad aspettarmi sul tavolo della cucina il ciambellone promesso, tra l’altro buonissimo. E altre torte davvero invitanti. Fanculo anche alla mia intolleranza al lattosio. Parto carico dopo una colazione come si suol dire da campioni.

Trovandomi a Calda devo raggiungere il paese di Latronico che dista circa quattro chilometri, quindi più o meno ad un’ora di strada. Sarà un bel camminare per quanto anticipatomi dal signore del B&B. Il sole non si presenta troppo cocente e riuscirò ad ammorbidirlo grazie a numerosi tratti d'ombra. Ma che comunque mi costringe ad usare la crema solare, giusto per non arrivare bello bruciato a destinazione.

Lungo il percorso vedo un sacco di lucertole, come mai prima in vita mia. Sono davvero tantissime e scappano non appena sentono il rumore dei passi in avvicinamento. A sorpresa sul ciglio della strada vedo anche un serpente, che però si fa i fatti suoi nascondendosi e strisciando alla larga da me. Alla fine cammino molto su asfalto, ma costeggio grossi spazi verdi. Quindi è normale incontrare animali che non sono abituato a vedere vivendo in città.

Questa prima parte che mi sta portando al paese è una continua leggera salita. Ma fisicamente sto bene e dopo un’ora o poco più inizio a vedere il centro abitato di Latronico.

Per quello che ho potuto vedere raccoglie gli abitanti in una piazza, come un’agorà durante il periodo dei Greci. Mi capiterà spesso di vedere anche negli altri paesi una situazione del genere. Non per niente la Basilicata è stata attraversata da Alessandro Magno. Piccolo escursus.

Ho in mente dopo un’occhiata a Here Maps sul telefono su che strade muovermi per la giornata odierna. Ma chiedere ai locali può dare quelle informazioni in più, che poi si rivelano importanti per il proseguo del camminare. Come per esempio dove trovare fonti d’acqua o anche un semplice consiglio su che strada intraprendere. Tra tutte le persone presenti noto un vigile con una curiosa divisa bianca e rossa. Mi avvicino e gli chiedo come potrei muovermi da lì verso Episcopia, il traguardo odierno. Il miglior modo è quello di percorrere la strada provinciale, più lunga ma con un passaggio di macchine praticamente nullo. Si tratta di una vecchia strada meno utilizzata, per la presenza della Sinnica che scorre parallela. Godrò del paesaggio, il percorso sarà in discesa e vista la vegetazione sarà come percorrere un galleria naturale. Davvero bello.

Mi si raccomanda di prestare attenzione ad eventuali animali per via della conformazione vegetativa del luogo.

“Ci sono più cinghiali che uomini qui!” dice il vigile.  

Diciamo che il consiglio sarà più o meno questo. La cosa mi fa drizzare non poco le antenne dato che parliamo di un animale dalla stazza comunque imponente. Nel caso li incontrassi potrebbe bastare solo del rumore per farli scappare, mi dicono. Anche perché trovarsi eventualmente faccia a faccia potrebbe essere un bel rischio.

Ma ora ho anche un bastone con cui spaventarli battendo a terra quando mi trovo in situazioni più remote e potenzialmente più pericolose. È arrivato il suo giorno, come negli altri cammini percorsi fino ad ora. Non partendo con bastoncini da trekking mi affido a ciò che la natura mi offre. E lo considero un evento simbolico quando mi si palesa davanti in un momento di fatica o di bisogno. Nelle precedenti esperienze è capitato proprio quando necessario, in situazioni che ne richiedevano l'utilizzo per attraversare parti pericolose o grosse pozze d’acqua.

Lo trovo a bordo strada e notando la lunghezza penso possa essere lui il prescelto. Molto grezzo ma resistente. Diventerà per me come il pallone Wilson di Tom Hanks in “Castaway”.

La discesa scorre veloce e presto mi ritrovo a considerare il fatto di essere a buon punto. La classica inaspettata salita non mi scoraggia anche se il sole inizia si fa sentire e l’acqua scarseggia. Intravedo qualcosa sulla strada principale che potrebbe fare al caso mio vista l’ora. Scendo dalla provinciale in quella direzione e fermo un signore per avere indicazioni. L’unica persona vista, escludendo Latronico, da quando sono partito oggi. Mi indica con il dito una stazione di servizio poco distante e mi dona la preziosa informazione di una fonte d’acqua nei paraggi.

Raggiungo la prima. C’è un bel plateatico all’esterno dove mi rilasso osservando la vegetazione che ho attorno. Pranzo con focacce, gatorade e caffè. Chiacchiero con un signore, che notando la mappa aperta sul tavolo e lo zaino, inizia a incuriosirsi. E che alla fine della chiacchierata si offre di darmi un passaggio verso la vicina Episcopia. Gentilmente declino. Ci salutiamo e mi riporto sulla strada provinciale dove riempio la sacca d’acqua. Sono pronto ad avviarmi di nuovo.

Non appena partito, mentre sto attraversando un ponte, ritrovo il signore della fonte alla guida della sua automobile. Mi riconosce e accosta. Finiamo a parlare della mia esperienza in corso. Breve ma bella chiacchierata anche con lui. Risale in macchina e io riprendo il passo. Mi cade l’occhio su una risorgiva che seppur scarsa d’acqua sarà un qualcosa di inusuale, data la criticità che attanaglia la regione. Spostando ancora un po' lo sguardo mi sembra di notare un qualcosa in movimento. Ed è in questo momento che quanto si teorizzava col vigile di Latronico diventa realtà. Vedo un cinghiale. A distanza di sicurezza dato che mi trovo sul ponte, mentre lui sul letto del fiume. Ho quindi modo di osservarlo intento a mangiare. È la prima volta che ne vedo uno e la curiosità da parte mia è tanta. Sarà il primo e l’unico che vedrò da qui alla fine e quando racconterò questo aneddoto susciterà molto interesse ma anche una certa paura da parte delle persone.

Da lì a poco mi ritrovo all’agognato cartello di entrata in paese. E tutto sommato la strada per arrivarci è stata davvero gradevole. Non ho idea di dove pernotterò e sono le quattro del pomeriggio. Mi fermo per un caffè al primo bar che incontro, una volta arrivato nella piazza principale. Dopo aver condiviso la mia situazione con il giovane gestore lo vedo rientrare alla ricerca del telefono e parte una chiamata. In pochi minuti ho già trovato dove stare. Altro che internet. Arrivare a una soluzione in questo modo sarà qualcosa che si ripeterà spesso anche nelle tappe successive.

Un centinaio di metri da lì ad attendere sotto un albero di noce c’è una signora, che mi conduce al suo B&B “Da Geppino”. Si trova tra le strette strade ciottolate di questo paese. Pur con un forte caldo all’esterno, la sua posizione garantisce alla camera una temperatura fresca senza l’ausilio di condizionatori. Che tra l’altro io non adoro.

Dopo essermi steso un po' sul letto vengo invitato nella casa dei proprietari. Il tempo scorre con una lunga conversazione. Sono due persone davvero gentili. Il marito si prodiga mappa in mano nel consigliarmi la strada del giorno dopo. Una più panoramica e meno lunga, ma in salita e senza fonti d’acqua. E una più lunga con il vantaggio di avere qualche agglomerato di case e quindi la possibilità di dissetarmi, se troverò una fontana. Mi da anche un sacco di depliant che tutt’ora conservo. Li ringrazio e torno in camera.

Mi sistemo e vestito più comodo per la sera mi dirigo verso la piazzetta da cui sono transitato al mio arrivo. Rimango anche a piedi nel vero senso della parola. Un infradito mi “abbandona” e cammino scalzo per un po' tra gli sguardi divertiti degli abitanti.

La cena è una pizza e pure buona, fatta da un signore che si sistema a bordo strada con il suo camion, dotato di forno a legna. Davvero una bella idea. Una pizzeria itinerante dove mi accomodo su una delle sedie sistemate a bordo strada.

Concludo con un amaro al bar di poche ore prima. Parlo con il ragazzo e prendo volentieri l’ennesimo “Tu sei pazzo!”, quando inizio a raccontare in che modo sono arrivato in questo paesino lucano. Lui mi racconta che il giorno prima in questa piazzetta, c’era stato un concerto della Bandabardo’, a cui avevano assistito circa un migliaio di persone. Peccato averlo mancato. E davvero pazzesco pensare tante persone in questo spazio ridotto.

Salutati alcuni signori conosciuti faccio ritorno verso la mia fresca stanza. Mi concedo un po' di tv e fortunatamente trovo i mondiali di atletica trasmessi dalla Rai. Assisto ad un evento abbastanza inusuale, come il 2° posto di Usain Bolt. Per chi non lo sapesse, colui che ha letteralmente dominato l’atletica a distanza corta negli ultimi anni.

Un’oretta dopo spengo l’abajoure.

E saluto così un’altra bella e calda giornata in Basilicata.

La natura della Basilicata dopo la partenza da Latronico
Scorcio della natura lucana da Calda
Letto del fiume Sinni
Un cinghiale intento a mangiare nel letto di un fiume dopo Latronico
Il cartello stradale del paese di Episcopia
Il tramonto visto dal paese di Episcopia