Ferragosto al Sud e il Mar Ionio

Il gruppo di ragazzi nel bosco di Rotondella

Nottata fantastica quella passata e credo in assoluto la più lunga di tutto il Cammino. Era da preventivare che in una decina di giorni sarebbe capitata la sera in cui si fa un po' di "bisboccia". Il risultato è che fino alle dieci si odono solo grosse palle di fieno rotolanti per usare una metafora. La sveglia è dura per tutti, considerando anche qualche birra bevuta. Con il passare dei minuti si iniziano a sentire le prime cerniere delle tende e decido che fra non molto sarà anche il mio turno. 

Non ho una grossa idea di cosa fare in questa giornata. I chilometri sono almeno una ventina e non ho programmi di sorta. C'è quell'eccitazione mista a tristezza per il traguardo che si avvicina e lascia l'animo in sospeso tra queste due emozioni. L'obiettivo per oggi è arrivare a Policoro, città che segnerà la conclusione del mio coast to coast. Partito da Maratea, bagnata dal Mar Tirreno. Per arrivare fino a lì, dove invece troverò il Mar Ionio. 

Ieri l'impatto al risveglio era stato da sogno. Di fronte a un castello. Ed oggi? Esco dalla tenda e mi trovo in un bosco. La stanchezza c'è, ma il tutto è ammorbidito dal fatto di trovarsi in mezzo alla natura. Ha un'altra energia mettere fuori la testa e trovarsi in una situazione del genere. Per il secondo giorno consecutivo tra l'altro.

Siamo quasi tutti in piedi e fervono i preparativi per imbastire la classica grigliata che si confà a giornate come questa. Suscita molto interesse e curiosità da parte dei ragazzi il fatto che sia vegetariano. Quasi non ci credono, tanto da chiedere più volte se stia scherzando. È una scelta, come se ne fanno tante nella vita. Posso dire che oltre ad averne beneficiato a livello fisico, nel mio piccolo cerco di aiutare l'ambiente. Migliorare le cose parte dal cambiamento che vorremmo vedere nel mondo, diceva qualcuno molto più conosciuto di me. E sono riuscito a fare tanti chilometri, camminando sino a qua senza problemi. Qualcuno inizia a essere più convinto di quanto detto da me e cercherà di saperne di più riguardo a uno stile di alimentazione differente.

Grazie a questa "dichiarazione" sarà sempre premura da parte di tutti farmi arrivare della verdura. Tra l'altro qui è davvero buona. I piccoli agricoltori cercano di resistere, fronteggiando la penuria d'acqua. Ma i prodotti che ne escono sono davvero squisiti. Per dirla modernamente a Km 0 o al massimo 1. Assaggerò un'insalata con dei pomodori davvero incredibile.

Nel frattempo la parte del bosco dove siamo campeggiati inizia a riempirsi e per ora di pranzo ci sono davvero tante persone. C'è musica, tanto alcool, minimoto scorrazzanti, musica (non bellissima a detta del nostro gruppo) e tanto cibo. 

Ecco il mio Ferragosto al Sud. 

Per me è la prima volta nella parte meridionale dell'Italia e sono davvero contento di poter prendere parte a questa giornata. Qui e in Basilicata. 

La compagnia notturna inizia pian piano ad allargarsi. Arrivano amici degli amici, conoscenti e diventiamo un gruppo davvero numeroso. Iniziamo a mangiare. A tavola si ride e si scherza. Ho modo di conoscere davvero tante persone, che immancabilmente mi pongono domande sulla camminata lucana e a cui io rispondo volentieri. Adoro camminare ma al contempo raccontare. Il racconto stabilisce connessioni emotive con chi si ha davanti. E instaurare un dialogo risulta più facile. Questo mi fa pensare anche ad un'altra cosa. Al Sud ho sempre avuto la possibilità di dialogare con qualcuno. La tanta rinomata ospitalità è anche questa e cioè di farti sentire a casa anche quando sei da solo, come nel mio caso. In realtà non siamo mai soli nella vita, secondo me. 

Mi mancherà davvero tantissimo questo aspetto una volta tornato. L'approccio tra persone al Nord è sempre un po' freddo inizialmente, prima di abbattere il muro della fiducia con la persona che si ha di fronte.

Tutt'attorno si respira una bell'atmosfera di festa. Quasi da non andare via e passare qua un'altra notte. Ci ho pensato a dire la verità, anche perché comunque arrivano le tre del pomeriggio in uno schiocco di dita. Facendo conto che comunque dovrò scendere dal bosco e poi prendere la strada per Policoro arriverò sicuramente col buio. Mi attendono almeno cinque ore di camminata. Per ovviare a ciò avevo pensato di partire la mattina appena dopo colazione. Ma potevo perdere l'occasione di passare il ferragosto qui, dopo che la vita mi aveva donato questa perla? 

In ogni caso, per essere pronto, inizio a riassettare lo zaino per quello che simbolicamente sarà l'ultimo giorno di cammino. Chiudo la tenda e faccio scorta di acqua grazie a una fontana presente nel bosco. 

Inizio a maturare l'idea di dover lasciare e salutare tutti. Molto a malincuore devo dire. Ho comunque prenotato all'arrivo e di una qualche ora dovrei arrivare. Nel frattempo faccio la conoscenza di una famiglia. Marito, moglie e le due figlie che sono arrivati per pranzo. Lei, tra le altre cose, ha cucinato una pasta al forno pazzesca. Particolarmente gradita a quanto pare, visti i bis da parte di tutti. Mi hanno visto affaccendato nei preparativi e si sono avvicinati. E da lì a parlare di come sono arrivato in questo bosco è stato un attimo. Sono davvero amabili e percepisco delle persone davvero di cuore. Peccato che come per altri e nella mia vita in generale non ricordi sempre i nomi. 

Fino a qui quasi ogni giorno ho ricevuto offerte da parte di automobilisti per un piccolo passaggio al paese successivo. Ho sempre declinato con educazione, eccetto per una situazione pericolosa come quella della tappa verso Latronico. Chi cammina mi capisce. Prendere un passaggio, anche per poca strada è una cosa che non si fa a cuor leggero. È come rompere la magia dell'esperienza a piedi. Però tra me e me faccio delle considerazioni. Da Rotondella che ero alla sera, ora mi trovo in un luogo distante qualche chilometro e abbastanza tortuoso da raggiungere. Alla fine dei conti ulteriore strada e tempo aggiunti per arrivare alla destinazione odierna. Senza considerare la possibilità di perdermi o comunque prendermi qualche pausa.

Il tempo in queste occasioni diventa un concetto relativo. Specialmente se ci si sente a proprio agio. Vola letteralmente. Io non porto da anni l'orologio, ma con un'occhiata veloce al cellulare scopro che sono arrivate le quattro di pomeriggio. Parlando con il marito della famiglia conosciuta poco prima salta fuori il discorso su dove punti la mia camminata oggi. Lui rimarrà ancora poco nel bosco e non si fermerà per cena. Ritornerà verso Tursi, per poi raggiungere la sua casa poco distante da lì. Si offre di accompagnarmi da quelle parti. 

È come un puzzle a cui mancava una tessera. Si incastra alla perfezione e lo completa. Tursi si trova praticamente sopra Rotondella. Da un lato non toglierò chilometri alla mia camminata ma eviterò la parte tortuosa di discesa. E il mio arrivo sarà praticamente una strada dritta eccetto per la parte che mi porterà a Panevino, un piccolo paese prima di Policoro. 

Non ho dovuto rinunciare a questa giornata. Ho conosciuto tante persone. Ho dato e ricevuto emozioni. E visto che sono quasi le cinque, penso che la sua offerta possa essere l'occasione giusta per me. 

Non è tutto rose e fiori però, perché ora arriva la parte difficile. Alla fine sono stato quasi ventiquattro ore con questi ragazzi, sono nate amicizie e belle chiacchierate. E ora devo salutarli. Ma c'est la vie. Mi prendo il tempo per dare un cinque a tutti, prendere qualche incoraggiamento e dare un grosso abbraccio a Danilo, il mio punto di riferimento in queste ore nel bosco. Chiedo ai ragazzi una foto di gruppo. Eravamo davvero tanti! Scatta qualche promessa di vedersi, a Verona o quando tornerò in Basilicata. Infilo lo zaino, ultimo saluto collettivo e assieme alla famiglia raggiungiamo la macchina. 

Usciamo pian piano dalla parte boschiva e nel mentre osservo dal finestrino ciò che mi passa davanti agli occhi. Sarebbe stato un bel camminare con questa componente paesaggistica. Molto morbida a livello visivo, con un giallo predominante e il mare che da lontano fa percepire l'azzurro attraente della sua acqua. Ma in questo momento ci stiamo dirigendo verso Tursi. Prendiamo il tempo per bere un caffè lungo la strada e dopo qualche chilometro arriviamo al Santuario di Santa Maria Regina di Anglona. Significa che per me è giunta l'ora di scendere. Ci abbracciamo e io li ringrazio. Recupero lo zaino dal baule e osservo l'auto allontanarsi. Si parte in direzione del traguardo finale.

C'è ancora luce e viva l'estate per questo. Mi sento elettrizzato e l'eccitazione per l'arrivo che si avvicina mi fa andare a velocità "supersonica". Riesco comunque a godermi questa prima parte, fatta di piccole curve e una discesa graduale su una strada poco trafficata. Panevino non è molto distante e visto il mio passo non tarda molto ad arrivare. Si fa sempre più visibile un particolare che mi fa capire di essere molto vicino alla conclusione del coast to coast. La strada diventa dritta e pare per molti chilometri. L'orizzonte è libero e a bordo strada trovo sempre più alberi che per la mia conoscenza si adattano a un clima marino. Non sono palme ma è come se lo fossero in questo momento. Cammino e cammino. Arriverò mai? Chiedo a una delle poche persone che incontro e con cui finisco a parlare una decina di minuti. Non manca tanto. E c'è da credergli perché da lì a poco sul lato destro noto un cartello bianco.

Policoro. 

Considerato che non avevo avvertito Giusy ed Egidio dell'arrivo a Valsinni, come mi avevano chiesto, lo faccio ora condividendo la foto che testimonia il mio arrivo.

Arrivato? Non ancora. 

Ironia della sorte incrocio anche un gruppo di ragazzi che vanno nella direzione opposta e hanno appena iniziato il loro coast to coast da Policoro.

Mi devo addentrare nella parte abitata di questa città marittima e dopo quasi tre ore di cammino ci riesco. Vorrei festeggiare con un bagno celebrativo, ma è buio e devo comunque trovare il "Centro Giovanile Padre Minozzi", dove rimarrò per la nottata. Sono stato davvero fortunato a trovare un letto qui, considerando il giorno dell'anno sold-out per eccellenza. Si tratta di una proprietà religiosa sulla falsariga di quella trovata a Chiaromonte. Funzionano come casa da ferie in un ambiente tranquillo, spesso rinnovato o comunque ristrutturato. E ad un prezzo contenuto. Mi guardo intorno e per la mia felicità scopro che in realtà ci sono solo un paio di traverse a separarmi da lì. Durante il tragitto intravedo pure la stazione dei bus. Qualsiasi decisione prenda mi tornerà utile per la sua vicinanza. 

Sono circa le otto e mezza di sera e mi trovo in un grosso parcheggio. Poggio lo zaino sul marciapiede e posso dire di essere arrivato. Infatti proprio alle mie spalle si trova la struttura che sto cercando. Varco il cancello d'entrata e sono ancora in tempo per fare il check-in. Fortunatamente trovo un signore davvero gentile alla reception e che terminerà il suo orario alle nove. In questa mezz'ora abbiamo modo di salire per vedere la camera, fare la registrazione e guardare qualche soluzione per eventuali spostamenti il giorno dopo. Alla grande. Mi informa che nel caso volessi pernottare una notte aggiuntiva non ci sarebbe nessun problema. Prendo in forte considerazione quest'ipotesi anche perché il mare l'ho visto quindici giorni prima e neanche per tanto tempo alla fine dei conti.

Nella mia testa ho due forti idee. Rivedere Maratea e il suo Cristo in stile Rio de Janeiro, osservato solo da lontano il primo giorno. E poi risalire. 

O proseguire per Matera, meta molto turistica ma caldamente consigliatami da tanti per la sua bellezza, unicità e storia. E che per un'eventuale ritorno aereo dalla vicina Bari sarebbe la scelta più intelligente.

Quello che accade nell'immediato è molto semplice. Risalgo verso la camera e buttando un'occhio in fondo al corridoio scorgo una grossa terrazza. È l'ora della sigaretta celebrativa, prendendo in prestito la frase di Simona. La stessa del consiglio sul Workaway. Che poi tra l'altro ha smesso di fumare, ma ha coniato quest'espressione che faccio mia per questa occasione. In effetti, tralasciando gli effetti negativi di questo vizio, è una buona idea. Giro questa sigaretta di tabacco, mi sdraio e guardo il cielo che inizia a scurirsi, mentre sento la stanchezza e l'adrenalina che scendono. Non è chiaramente un momento come gli altri. So di non dover preparare lo zaino più tardi per fare altri chilometri domani. Sono contento di questo, perché ogni esperienza o progetto portati a termine danno una bella sensazione e una grande iniezione di fiducia. Volere è potere. 

Ma anche triste perché è una specie di routine positiva che da il là a una giornata di Cammino, incontri e condivisione.

E alla fine dopo il terzo giorno mi lavai. Intendo quella bella doccia calda e ristoratrice, di cui non avevo potuto godere a fine giornata nelle ultime tre. Ma chi se ne frega. Quello che ho avuto in cambio per questa rinuncia è stato di gran lunga superiore.

Una sistemata veloce. Vorrei mangiare e camminare per Policoro, respirando l'odore salmastro della sua aria. Non voglio girare molto alla ricerca di qualcosa e torna buono il consiglio del signore alla reception. Una pizzeria ristorante poco distante da lì. Una bella terrazza, pizza buona ma tanta tanta gente. Dopo qualche giorno l'orecchio si deve un po' riabituare a tutto questo. Dato che la maggior parte del tempo in quest'esperienza l'ho passata a chilometri di distanza da un certo rumore. 

Policoro è carina e seppur stanco, un giro in infradito me lo voglio fare. Una paio di caipirinha nella piazza principale osservando il viavai di persone. Qualche messaggio per avvisare del mio arrivo. 

Posso ritenermi soddisfatto perché ce l'ho fatta. 

E domani vedrò il mare!

Il Ferragosto passato nel bosco vicino a Rotondella
Scorcio del bosco di Rotondella durante Ferragosto
Segnali del coast to coast in Basilicata
La strada di arrivo a Policoro
Il cartello stradale di Policoro