Fatica e fortuna

Vista del parco comunale di Francavilla in Sinni

La mattina comincia al bar dove ho passato parte della serata e grazie al quale sono riuscito a rimediare una sistemazione. I signori del B&B lasciano la libertà di fare la colazione lì. C'è un bel sole e stare all'aperto nel plateatico è molto rilassante. Mette di buon umore.

Ritorno a recuperare lo zaino, saluto i proprietari e mi dirigo nuovamente verso la piazzetta. Da lì ritornerò sulla strada provinciale in direzione Francavilla in Sinni. Ritrovo i signori conosciuti la sera prima e con cui mi ero intrattenuto a chiacchierare brevemente. Ci salutiamo e ha quindi ufficialmente inizio la tappa odierna.

Nello scendere dal paese trovo anche il tempo per farmi una bella risata. Incrocio per strada un gruppo di giovani che mi si piazzano letteralmente davanti e iniziano a porre domande. Il tutto dura qualche secondo e una volta lasciati alle spalle sento un ragazzo che urla ridendo:

"Oh pellegrino!"

La cosa fa parecchio ridere anche me. Come detto all'inizio del racconto è diventato un marchio di fabbrica e mi piace. Definisce una parte del mio carattere, a cui piace tremendamente camminare e viaggiare. Ma d'altronde con lo zaino in spalle e il bastone in mano, l'associazione viene spontanea a chi mi incontra. In più sentirselo dire così mi ha fatto davvero sorridere.

Delle strade consigliate il giorno prima scelgo la più lunga, che non sarà facile per via di sali e scendi che peseranno a fine giornata. Ma che saranno ricompensati con l'arrivo in un paese molto grazioso dopo aver messo sotto i piedi circa 15 chilometri.

Memore dei cammini in Spagna e Portogallo la distanza sembra davvero irrisoria, dato che i chilometri erano almeno tra i 25 e i 30 giornalmente. Ma l'asfalto e un caldo a cui non ero abituato in queste situazioni hanno fatto pendere l'ago della bilancia su scelte diverse, tra cui quella di affrontare tappe più corte. Ho tempo di godere della natura circostante, prendermi delle pause e arrivare in forze per uscire la sera.

Anche oggi mi servo della strada provinciale e attraverso due piccoli paesini. Manca di Sotto e Petrapica.

Rimango nuovamente senz'acqua e penso che mi servirebbe una tanica da dieci litri per fare una giornata. Ma oramai mi trovo ai piedi del paese d'arrivo e rimedio temporaneamente chiedendo a due agricoltori fermi a bordo strada, intenti a scambiarsi della frutta. Uno di loro mi allunga la sua bottiglietta "personale". La gentilezza dei lucani mi sorprende sempre ma non mi stupisce più. È normale per loro comportarsi così e io lo apprezzo tantissimo. Ma devo farci l'abitudine, anche perché provengo dalla fredda pianura padana che è l'esatto contrario in certi aspetti di vita sociale.

La tappa odierna, pur dispendiosa, sta filando via bene grazie anche a un bel paesaggio. Passo dopo passo arrivo all'ultimo "strappo" in salita. Il tempo di incrociare una lunga carovana di macchine che sfila per un matrimonio ed eccomi a Francavilla.

L'idea è cercare di variare il più possibile la sistemazione per la sera. La tenda è sempre nello zaino ma spesso non vi sono posti dove potersi accampare. Io non sono attrezzato per un'eventuale cena. Ho solo una tripla posata tre in uno, regalo di Enrico. Nessun fornello o bombolette di gas.

Per oggi consideravo il fatto di fermarmi in un agriturismo dato il costo simile ai B&B presenti. Ma si trovano spesso in zone defilate o scomode per la partenza il giorno successivo.

Mi dirigo quindi verso il centro e addocchiato un bar fornito di invitanti prodotti da forno mi siedo. Un pranzetto leggero con una focaccia, il mio tallone d'Achille. Cerco di capire se anche questa volta i locali mi daranno qualche buona dritta. Pare che ci sia una grossa festa con concerto. E difatti, a una rapida occhiata in giro, tutte le attività sono tappezzate di manifesti. Male per me, in quanto sarà difficile trovare un posto. Il proprietario del bar mi fa presente che potrei chiedere all'Hotel Mango, che tra l'altro si trova proprio all'ingresso di Francavilla. L'ho notato una volta entrato in paese e mi torna in mente che il signore del B&B di Episcopia aveva palesato questa soluzione. Spaventa un po' l'idea del costo parlando di una struttura di questo tipo, ma non ho altra scelta da un certo punto di vista. Lo raggiungo e dopo aver suonato il campanello mi trovo davanti il receptionist con cui inizio una breve conversazione. In poco tempo mi fa capire che casco male oggi perché la struttura è piena. Rientra in albergo.

Ma probabilmente deve aver visto il mio viso e una volta dentro 

ha pensato ad un'eventuale soluzione. Si riapre il portone e nel mentre che mi sto allontanando sento la sua voce: 

"Hai fortuna ragazzo!"

Una famiglia sta lasciando la stanza prima del previsto e quindi posso subentrare a loro.

Io gli rispondo che da un lato si dice che la fortuna aiuti gli audaci. E anche se non sto scalando l'Everest, l'esperienza in solitaria ha un che di audace.

La camera sarà pronta ma dovrò aspettare tre ore. Tempo ne ho e quindi vengo fatto accomodare nel patio interno alla struttura dove occupo il tempo guardando la mappa. Vedo cosa può riservarmi la giornata di domani. Con la coda dell'occhio il cuoco che si trova proprio in una sala di fronte intuisce dal mio viso la fatica. E senza aver detto una parola me lo ritrovo davanti qualche secondo dopo, con una bottiglia d'aranciata in mano. Confessa la sua passione per il camminare e vedendomi seduto con bastone e zaino, gli è venuto spontaneo donarmi qualcosa da bere.

Viene ora di salire, tra l'altro in largo anticipo rispetto a quanto prospettato.

La camera è semplice e nulla di più chiedo. Con un plus però, che è l'accesso al patio comune a quattro stanze. Avrò modo grazie a quest'ultimo di rifarmi gli occhi guardando le stelle, prima di dormire.

Ora però voglio girare un po' il paese e quindi cerco di non lasciarmi sopraffare dalla stanchezza una volta steso sul letto.

Doccia.

Due messaggi agli amici e a casa.

E poco dopo sono tra le strade di Francavilla a passeggiare. Incontro una banda musicale itinerante, passo del tempo in un piccolo ma grazioso parchetto a lato del municipio e bevo una meritata birretta finché non si fa ora di cenare. Dato che mi trovo in albergo potrò mangiare anche lì.

Nella sala vi sono due grosse tavolate. Una è occupata da una squadra di calcio semiprofessionistica, probabilmente del luogo. L'altra invece da Chiara, insieme al suo staff. Un'ex partecipante di X Factor, che con il suo concerto animerà la festa serale. Non conosco lei come cantante ma mi piace l'atmosfera che si crea quando vi sono molte persone per eventi musicali. Decido quindi di uscire una volta finito di mangiare.

Non mi fermo sotto il palco ma ascolto la musica passeggiando qua e là. Mi bevo un paio di birre e passano così un paio d'ore. Il concerto finisce, la piazza inizia pian piano a svuotarsi e io mi avvio verso la strada per tornare alla sistemazione.

Durante il breve tragitto però accade una cosa. Non ricordo per quale motivo, forse una domanda su Francavilla o altro. Fatto sta che mi ritrovo a parlare con due signori sulla cinquantina d'anni. Uno è di Latina con un vissuto in Veneto. L'altro è l'allenatore della squadra di Francavilla, che un paio d'ore prima stava cenando, tra l'altro nel mio stesso hotel.

La domanda che ricorre spesso è come mai mi trovi in Basilicata. Di conseguenza finisco per parlare spesso del coast to coast. Sono ambedue increduli sul fatto che possa essere arrivato a piedi fino a lì da Maratea, a tal punto che rimaniamo a parlare per un bel po' di questo. Il mister avrebbe piacere se passassi il giorno successivo a fare un saluto al campo d'allenamento di Chiaromonte, dove sta svolgendo la preparazione con la sua squadra. E che tra l'altro è la mia prossima tappa.

Passa il tempo parlando amabilmente e il mister ci saluta, visto che con i suoi calciatori ha fissato il ritrovo da lì a poco.

Rimango con l'altro signore, proseguendo con un bellissimo scambio di idee che spazia su tanti argomenti differenti. Ancora non crede che sia possibile camminare così tanto. Volere è potere da un lato. Non ci sono sfide impossibili. Dipende sempre con che atteggiamento le si affrontano.

Le ultime persone in giro per il concerto rincasano. Arriva il tempo anche per noi di salutarci e mi dirigo verso l'hotel. Salgo in stanza ma senza avere molto sonno, quindi esco in terrazzino. 

Occhi all'insù per guardare le stelle. 

E dopo un'ultima sigaretta cala il sipario anche per oggi.

Scorcio di natura in Basilicata
La strada percorsa dopo Francavilla in Sinni
Il cartello stradale di Francavilla in Sinni
Ingresso del parco di Francavilla in Sinni
Scorcio del parco di Francavilla in Sinni